sabato 28 dicembre 2013

Gli Sdraiati

Michele Serra, Gli Sdraiati, Feltrinelli, Milano 2013


Approccio la lettura dell'ultimo libro di Serra con grande curiosità: l'aspetto dello scontro generazionale in Italia mi affascina, perché mette di fronte due pilastri della nostra scalcinata società: da un lato l'istinto predatorio di una generazione - quella che ci ha preceduto - che ha divorato il nostro futuro a quattro ganasce, giustificata solo dall' essere la prima ad essere invecchiata senza davvero essere diventata adulta. Dall'altro, l'intramontabile mammismo dei giovani italiani, spesso tenuti a galla proprio dalle elemosine dei loro genitori (sorvolando sul circolo vizioso che le loro pensioni rendono difficile al sistema di trovare fondi per creare occupazione).
Poveri ex sessantottini, quelli che hanno (giustamente? Miopemente?) abbattuto la brutale autorità genitoriale, sostituendola con diverse tecniche di manipolazione: Serra ne traccia un ritratto impietoso, onesto, tormentato, sconfitto. Eppure, nelle righe (non tra) del romanzo breve c'è spazio per la speranza, declinata attraverso l'invenzione letteraria del progetto di romanzo sullo scontro generazionale (con happy end americanissimo), e con la parsimoniosa descrizione dei sorrisi adolescenziali che filtrano dai silenzi di questi alieni. Sì, parlo dei vostri figli.
Insomma, una lettura di tre ore, gustosa come la penna del suo autore: poetica, visionaria, mai banale e tecnicamente sopraffina; in attesa che il libro di Scanzi mi venga prestato (c'è grossa crisi) posso ritenermi abbastanza soddisfatto.

Pro: lettura agile, tema spinoso trattato con delicatezza, ritratto agrodolce delle crepe di una generazione;

Contro: forse troppo breve; banale farlo uscire a Natale. Poi si lamentano delle contraddizioni generazionali....

martedì 3 dicembre 2013

Polonia Giallorossa

Che sia una vergogna per lo stato italiano non si discute. Che l'Italia conti come il due de coppe quando regna bastoni nell'agone internazionale nemmeno. Oggi, timida discussione parlamentare (senza il ministro degli esteri), con interventi solo da destra. Della Meloni, della Angelilli, e persino - non in parlamento ma a mezzo stampa, - di Malagò.
Non una parola da sinistra. 
L'ambasciatore polacco a Roma non convocato. La Farnesina che risponde ai genitori disperati di ragazzi IN CARCERE per non aver fatto NULLA dicendo "il sabato il ministero è chiuso". L'ambasciatore italiano a Varsavia che "è a cena".
Due danesi e un inglese - secondo testimoni - fermati e rilasciati dopo un paio d'ore, per l'interessamento delle loro ambasciate.
I giornali nostrani che non dedicano spazio alla notizia, a parte il Tempo (destra) e i giornali sportivi.
I TG che che parlano di scontri, violenze e altre amenità senza nessuna prova.
I benpensanti che fanno spallucce, perché "in fondo se la sono cercata".
Su tutto, un'orrenda subalternità della sinistra, quasi fosse poco elegante difendere dei tifosi dalle angherie di una polizia straniera, come se il sostenere una squadra fosse depauperante per i diritti fondamentali dell'individuo.

Ma soprattutto:

CHE CAZZO C'ENTRANO I MARÒ CON QUESTA STORIA?

In Polonia non c'è stato un danno, un ferito, nemmeno un contuso. Niente. C'è un video in cui si intuiscono tafferugli tra non più di quattro/cinque persone, a fronte di 120 fermati.

A Cochin ci sono stati due morti. E la differenza c'è. Orpo, se c'è.

E di questo battage cialtrone possiamo ringraziare solo i nostri leaders, che hanno completamente perso il polso della comunità che dovrebbero rappresentare, mantenendo posizioni che esistono solo nella peggiore TV.


venerdì 15 novembre 2013

Questo mi sembra più degno d'attenzione...

Questo video pubblicato l'altroieri fa parte dell'offensiva contro Vendola che ha raggiunto il culmine con l'intercettazione di oggi.
Mi sembra più argomentato e sicuramente più convincente di quella porcata scatenata dal Fatto, che è in pieno stile Boffiano; solo che non ho l'ho sottoposta a Fact Checking.

Voi che dite?


nocensura.com: Caso Ilva: le obiezioni di Marescotti (Peacelink) ...

sabato 9 novembre 2013

Tempo Zero

In una vecchia, geniale storia di Martin Mystère, Alfredo Castelli immaginava l'esistenza di un siero che, iniettato, faceva vivere a velocità moltiplicata, i modo tale da fare sì che se per il proprio orologio interno fossero passati 3 giorni, per il mondo esterno ne fosse trascorso solo uno.
È una delle mi storie preferite, e ha un tributo di ispirazione ad un vecchio episodio di Star Trek, dove esisteva una razza aliena accellerata a punto tale da essere invisibile ad occhio umano.
La scorsa settimana, in sezione, è stata una giornata molto densa. C'è il congresso in vista, e si è discusso il documento programmatico. C'era da eleggere il nuovo coordinatore, dopo Mauro, che ha retto la sede per dodici anni. C'era da capire quale fosse la strategia per le prossime europee (col PD? Senza il PD?)
E c'era da promuovere un ritorno all'antico, separando il coordinamento metropolitano di nuovo tra cittadino e provinciale.
La sezione di SEL di Roma I (via Giannone) è molto viva. C'è viva partecipazione, e una grande capacità d'ascolto. E così è e sarà. Ma il problema fondamentale, al momento, è uno: manca l'educazione al movimentiamo vero. Noi ci si confronta tra di noi, le istanze del territorio sono in mano ai Grillini. Noi ci si conta e ci si incontra, ma sul territorio parliamo a titolo personale, perché è davvero difficile che ci sia una linea comune. Da un lato vengono prese decisioni bulgare, per un mero fatto pratico, ma dall'altro, quello della base, c'è un tale rispetto dell'alterità interna che spesso si cade nel fricchettonismo, cioè nella difficoltà a produrre una linea comune che sia a fuoco sul problema, in anticipo sui tempi e dettagliata nella produzione di ipotesi risolutorie.
Più vicino alla catena di comando reale arrivi, più ti rendi conto che il tecnicismo parlamentare e amministrativo sostituisce la visione politica. L'affare Vendola ne è una chiara dimostrazione: criticatissimo per la sua contiguità con Archinà - e quindi con gli interessi della famiglia Riva - ha argomentato con la difesa dei posti di lavoro. Il ché ci può anche stare, dato il ruolo, ma apre un vulnus nella tenuta delle istituzioni, quando cedono la loro terzietà e "lontananza" dal singolo caso in favore di una umanizzazione privatistica, comprensibile ma cancerosa. Vero, il sistema attuale ragiona così, ma allo stesso tempo concorre a farci percepire come parte integrante di una modalità che in realtà non ci appartiene affatto, e che sosteniamo proprio per la sua alterata; come dire, non rubiamo ma veniamo messi insieme ai ladri, perché "so' amici nostri". L'appiattimento sulle posizioni del PD ci ha fatto solo male. A parte l'incremento di tesseramenti dovuto all'avvicinarsi del congresso, siamo in costante perdita di consenso. Noi ne perdiamo, Grillo e l'astensione ne guadagnano.
Una scelta di coerenza e di affermazione dell'identità collettiva, con il rischio di fare la fine di Ingroia. Questa è la strada. Il paese ha bisogno di una sinistra ricostruita, un maledetto bisogno; ma non è con i calcoli elettorali che riusciremo nell'intento. Solo attraverso l'effettiva canalizzazione dei problemi del territorio (ecologia, lavoro, debiti, costruzione della coesione) riusciremo a scollinare questa desertificazione  politica e valoriale, no attraverso calcoli tecnici.
La storia di Martin Mystère partiva dalla necessità di guadagnare tempo. La scorciatoia (il siero) finiva per mandare in autocombustione chi lo utilizzava.
Cioè a dire: il tempo non si regala, le decisioni necessitano un processo lungo e definito, e le scorciatoie tecnocratiche bruciano. Hai capito, la metafora?

mercoledì 6 novembre 2013

Orfeo a puttane

Pierpaolo Pasolini è morto, risparmiandosi lo scempio che stiamo vivendo. La bellezza che scompare, il conformismo gianesco che vuole che si facciano pompini al capoufficio sposato senza sbagliare i congiuntivi. L'arrivismo americanista spogliato della meritocrazia. Le mamme che truccano le figlie per far fare loro bella figura al provino. E tutto questo in maniera assolutamente trasversale, senza distinzioni di censo, estrazione o classe. Tutti parlano la stessa lingua, quasi tutti hanno gli stessi desideri, indotti dal martellamento turbocapitalista. Si salvano solo i ricchissimi, perché i poverissimi al momento non hanno più via di fuga. Una volta ce l'avevano, ed erano i diseredati di Pasolini, appunto, con le loro facce idiote, la loro innocenza violata e il loro universo fatto di espedienti: la ricerca, magari  poco convinta, di un riscatto. Oggi stanno attaccati ai gratta e vinci.

Ci svegliamo dal torpore domandandoci come sia possibile che ci sia una storia di prostituzione minorile ai Parioli. Esterrefatti. 

-"Possibile mai che con tutti i siòrdi che girano a Parioli..."
-"Capisco nelle  borgate, ma ai Parioli... con tutti quei siòrdi..."

Il deserto valoriale è il problema. L'assenza di qualsiasi questione morale presentata con la rigidità dovuta a qualsiasi convenzione. E' Berlusconi che si fa Ruby, ma è anche il sinistrismo padronale gestito con la tattica del muro di gomma. Non si può pretendere che i ragazzi trovino una strada corretta se non si offre loro una geografia di valori. Noi (voi!) gli avete messo davanti una strada costellata di pericoli, dipingendogliela come un sentiero delle fate. Voi camminate con i vostri figli mano nella mano in mezzo a tutto questo. Se un professore mette un brutto voto, è colpa del professore. Se fa a cazzotti con un altro bambino è stato provocato. Se risponde maleducatamente ad un adulto, "è solo un ragazzo".
E quando vi svegliate? Non quando vostra figlia fa gli spettacolini porno davanti alla webcam per venti euro di ricarica telefonica, ma quando finisce sui giornali. Non quando vostro il vostro figlio bullo ruba i soldi ai compagni di scuola, ma quando vi dovete sobbarcare le spese di disintossicazione dalla cocaina. 

I valori sono importanti, perché da un lato offrono un modello di organizzazione sociale, dall'altro la loro schematicità li rende sovvertibili. Nella società liquida questo non accade, perché i valori prendono la forma del pensiero corrente, che cambia insieme alla moda del momento. Volatile. Futile. Inutile. La perfezione del controllo.
E da tutto questo non vedo come si possa tornare indietro. 
Il mito ci insegna che Orfeo è tornato dagli inferi, anche se si è voltato indietro, perdendo Euridice.
La contemporaneità ci insegna che Orfeo, una volta negli inferi, ha preferito andare a puttane, e 'sticazzi de Euridice. 
Le bastino gli alimenti.

Meno male che Pasolini è morto.

lunedì 21 ottobre 2013

sabato 19 ottobre 2013

Memoria storica

Caro nazistello che inneggi a Priebke,
Tu non sei cretino, ha solo le idee confuse. Confuse dal frullato ideologico che ti è stato somministrato da chi è più furbo di te, e ha capito che per manovrarti deve toccare certe corde: l'eroismo, la razza eletta, la rivoluzione eroica, il senso di appartenenza ad un gruppetto di duri e puri pronti a scattare come un solo uomo, e altre amenità del genere. d'altronde, siamo stati adolescenti tutti. Alcuni per poco, altri più a lungo.

No, non c'è l'ho con te perché in fondo ti conosco, e so che - in realtà - tu sei solo

stanco
stufo
esausto

Di questo stallo che ti circonda.
Delle cazzate che ti raccontano.
Dell'ingiustizia che sperimenti ogni giorno, cui tuoi cattivi maestri hanno dato una spiegazione che - con le tue armi critiche - hai reputato ineccepibili.

E c'hai pure ragione, per certi versi. Non credere che questo disagio lo sentiate solo voi. Lo sentono tutti. Certo, voi gli date una faccia, tipo:

Che è 'sto pacifismo da zecche, mentre ci stanno fottendo il futuro?
Che mi sta a significare l'attaccamento alle istituzioni democratiche, visto che appare chiaro che sono TUTTI figli di madre ignota?
E tutti 'sti negri che cercano fortuna qui, dove manca da almeno dieci anni? Io se studio, campo con la settimana dei miei (che magari manco lavorano più); se invece lavoro guadagno una miseria, e zitto che sennò mi levano pure quelli. E ci vengono da altrove, a rosicchiare quest'osso spolpato?

Noi zeccacce siamo incazzati uguale, nun te crede. Solo che per incanalare la bile diamo la priorità ad altre cose, tipo:

Perché i figli di papà hanno il Lamborghini, e le tasse le pago io per loro?
Che cazzo faccio a fare concorsi pubblici, se non ho manco uno zio in Regione?
Come mai cerco un lavoro da dieci anni, poi vengo a sapere che l'AMA assume in base alle amicizie e parentele con l'Ex Sindaco?
Perché ci stanno i SUV parcheggiati sui posti riservati ai disabili?
Perché se mi faccio una canna rischio la galera in base a una legge scritta da un gruppo di cocainomani?
Non è che la benzina la pago di più perché si sono alzate le tariffe delle Escort preferite del capo?

Insomma, c'è da perderci la testa.

Che fare?

Il problema, caro nazistello che inneggi a Priebke, è il bersaglio. Tu puoi avere una grande mira, ma se la usi per uccidere bambini nel parco, non solo la sprechi, ma la consegni al male. E il male non sono dei disperati che cercano una vita migliore, come faceva il tuo bisnonno quando è andato in Sud America. Il male sono quelli che sono venuti a casa nostra con le armi, e ci hanno ammazzato come cani, forti del fatto che non eravamo armati abbastanza. Il male sono soldati in divisa - che manco parlano la tua lingua - che ti hanno violentato la sorella, o la figlia. Che ti hanno ammazzato il fratello, e poi ti hanno proibito di seppellirlo, ridendo. E' un male per tutti coloro i quali hanno almeno un nonno italiano. E' una ferita all'orgoglio del paese. Morti per mano straniera in casa propria. Io sono abbastanza Internazionalista, credo poco nell'amor di Patria, e non mi esalto ascoltando l'inno della Brigata Sassari. Ma - se devo dirti la verità - l'idea che uno venga a casa mia con la forza mi dà davvero sui nervi. Per principio, oltre che per il mio sentirmi/sognarmi Partigiano.
Tu hai inneggiato a uno di questi pezzi di merda, nazisté. E sei italiano. E - per Dio - se sei fascista, dovresti esserne pure più fiero di me, che sono una zecca, per cui l'essere nato qui è pura fatalità.
Perché desiderare la carcassa di quel tedesco sepolta sul nostro suolo patrio? Io non dico di dare la carogna di quel pezzo di merda in pasto ai cani. Non lo dico perché dobbiamo evolverci, e certe volte i nostri più truci desideri vanno moderati con la civiltà. Ma seppellirlo coi nostri morti, no. Mai.

Quindi, amico nazistello, cerca degli ideali che non facciano a cazzotti col tuo senso di appartenenza. Lascia perdere tutte quelle cazzate sull'internazionale ebraica. Ci sono ebrei potenti e sfruttatori, ma ce ne sono anche tedeschi, americani, italiani, cinesi, indiani... Sono stati sterminati milioni di innocenti, in tutte le guerre. I ricchi e i potenti si sono *sempre* salvati.
Non è la razza il problema. Non è la durezza militare la soluzione.

La soluzione, caro nazistello che inneggi a Priebke, è la consapevolezza. Sono gli occhi aperti. Perché senza occhi aperti, i proiettili che spari ai tuoi nemici uccidono i bimbi al parco.