giovedì 19 maggio 2005

FENDente


Si, è bello suonare in un ambiente così selezionato... La redazione de "La difesa della Razza", brillante periodico anni trenta, avrebbe sguazzato in questo mare.
E poi, vuoi mettere? Veltroni, la Lopez, Claudia, una quantità di Bon Ton ai limiti del geniale. Personalmente mi sono spizzato per tutta la sera due sommelières e un paio di hostess, ma non faccio testo, sono solo un intellettuale di periferia. Comunque, il "Signor Cone" (lo Zio ha colpito ancora!) ha imperversato per tutta la sera.Ovunque. Dappertutto. Dava quasi fastidio. Quasi.
Allora, si dirà, cos'è quest'accenno di ansia che mi fa storcere il naso? Beh, prima di tutto il fatto che mi è sembrato che la gente si annoiasse. Sarà per la tendenza al Testaccismo, ma la gente che fa tappezzeria mentre suono tende a demoralizzarmi. Poi la mia camicia forse inadeguata (bianca, con due colletti, uno dei quali - sono laziale - azzurro), e le scarpe invernali (all'ultimo momento non ho trovato le mie camper estive. Come io abbia fatto a perdermi un paio di scarpe è da verifcare, ma è andata così, giuro!). L'alternativa sarebbe stata  il vestirmi da Pakistano in discoteca;  non mi sembrava auspicabile: mica lavoro in banca.
Ad ogni modo, la musica c'è stata, grazie a Dio. E meno male che le persone della Duende e del gruppo di Amalia, oltre ad essere preparate, sono simpaticissime. Prova ne sia che il libro da me portato in previsione del trionfo della plastica non è stato nemmeno aperto. Date retta al Maestro Andrea Cagnetti, i soldi buoni sono quelli che servono a mangiare. Tra una serata come quella di ieri con Veltroni, Jennifer Lopez, Monica Bellucci & C. e un modesto Club con gente che paga (meglio se poco) per vedere un concerto, non c'è paragone.

mercoledì 18 maggio 2005

Signore e signori, Anadi Mashra e Angela Gré!


...Che spettacolo... Ieri al Gilda, secondo appuntamento de "Il Palazzo ci appartiene", di Francesca Viscardi; si tratta di un complesso lavoro a cavallo tra lo psicodramma, la commedia Felliniana, un approfondimento sul metodo Stanilawsky e un'esplosione americana, commentato musicalmente da un Dj, e il Trio dell'apocalisse, vale a dire, Amalia, Marco e il sottoscritto. Sottoscritto il quale, passando sul palco, diventa Anadi Mashra rappresentante di Angela Gré. Si tratta di risate vere, che rendono uno spettacolo più spesso. E noi siamo contenti, perché è difficile essere artisti se ci si prende troppo sul serio....

sabato 14 maggio 2005

Indira, Indira, Indira più....

L'ambiente: tavolini all'aperto di un Pub in via Crescenzio dal nome impronunciabile.
Gli attori sono Nicola, Picchio, Adriano, Matteo e Hagi.
L'argomento della discussione (che sfiora i Van Der Graaf Generator, annunci di persone sole sul Messaggero, il Derby Roma-Lazio e Incubi a base di citrosodina, bava e arte), diventa - a un certo punto -  Indira Gandhi.
Con retorica pedante, didascalico-Lotitesca e nebulosa, mi imbarco in una dissertazione, frutto dell'interesse universitario che ho avuto a suo tempo per la statista.
Era molto che non pensavo alla politica indiana, e la discussione di ieri, seppure alla lontana, mi ha fatto riavvicinare a quello spirito comparativo tra oriente e occidente, fulcro della visione politica di ogni mezzosangue che si rispetti.
E così, mentre mi ostino a non esprimere giudizio di valore sull'operato della Gandhi, ripenso al Mahatma e alla sua Sathyagraha. Rifletto, sempre a partire da un punto di vista spiritualistico, sul perché del successo dei suoi digiuni; li paragono a quelli di Pannella, calati nel contesto italiano anni settanta, e mi viene da ridere. Mi viene alla mente il Presidente Leone, sbigottito, mentre domanda alla Cederna se mai una persona potrebbe arrivare al sacrificio estremo per motivi politici. Non ci crede, il povero presidente: la vita è un bene prezioso, può una persona sacrificarla solo per rompere i coglioni al potere costituito?
Pannella è ancora vivo (e che Dio ce lo conservi in buona salute). Leone è morto molto prima di finire nella tomba. E Gandhi?
Gandhi è riuscito in un miracolo alchemico-divino-spiritual-politico. I digiuni di Gandhi, personalità molto individualistica, sono serviti a depurare l'Organismo India dal male che la corrodeva dentro. Finché è stato vivo, il Mahatma è riuscito a sobbarcarsi i mali di una società dall'ingiustizia endemica e pervicace, mettendo la propria vita in gioco, pur di debellare il lato oscuro del Sè. L'India deve molto a Gandhi, poiché l'India è stata Gandhi, almeno per quindici anni. Quindici lunghi e tormentati anni. E Pannella?
L'Italia è Pannella da sempre. Per questo che non lo stiamo mai a sentire.....

venerdì 13 maggio 2005

Mamma Mia, quante cose...


Conolla sonora dello scritto che segue: Tattva dei Kula Shaker. 
Roba di Brit-Indy-Pop, la cui classificazione fa venire i brividi, nonostante l'ascolto non sia così degradante.
Con la Piccola Banda Ikona le cose sono andate avanti alla stragrande. Oltre al concerto del Tor Di Nona abbiamo sbancato anche alla Palma (sul mio sito ufficiale trovate, in home page, un link a delle belle foto relative ai due eventi). La situazione sembra essere piuttosto oliata, i suoni sono belli e i pezzi girano. Ho trovato un ambiente musicale - fino a questa esperienza solamente sfiorato - con cui ho avuto la sensazione di riuscire ad amalgamarmi senza nessuno sforzo. Tra musicisti succede spesso, in realtà; Se un batterista, un percusionista e un bassista si incontrano, nove volte su dieci si crea una bellissima empatia, dovuta a alla cavalcatura del Groove. Ad ogni modo, ogni volta che accade è sempre una festa. E suonare con Marione, Leo, Carlo, Ramya, Elvira, Gabriel, Gabriele e il grande Stefano è stato un vero piacere, umano e professionale.
Intanto, con Amalia sto continuando la realizzazione de "Il Palazzo ci Appartiene", delirio felliniano per attori, luci e suoni, il Martedi al Gilda. Mercoledi, invece, starò al PalaFendi, per l'inaugurazione del posto. Oltre ad Amalia e Marco, presenti al Gilda, rivedrò lo Zio Biseo e il Federale Iacono. E anche di questo sono contentissimo. Mi fanno spaccare, ognuno a suo modo.
Faccio la musica, insomma. Il grande sogno da bambino che diventa realtà nel corso di una vita. Bello. A volte mi reputo molto fortunato, e poco importa se appena mi dichiaro baciato dalla Dea Bendata, tutto comincia a girarmi male. Lo grido lo stesso, perché non è possibile avere paura del proprio culo. Non sarebbe giusto. Avanti così.
-Ciao-

lunedì 9 maggio 2005

Cosa si prova mentre si suona 2


Un musicista si chiede cosa prova mentre suona?

Io me lo sono chiesto un sacco di volte, ma sempre quando non suonavo.Quando sto suonando non mi viene mai in mente, di chiedermelo. Mi capita di pensarci guardando la natura, o meglio, quel poco di natura che posso indovinare, nella mia vita inurbata. Certo, c'è Corchiano, ma lì - oramai - stanno quasi come noi. Cemento, cellulari, computer portatili e Playstation. I motorini truccati, le mazzefionne, e le partite a pallone resistono coriacee, ma cominciano ad avvertire i primi sintomi di senescenza. La playstation costa di meno. Insomma, indovinando un sole di primavera, oggi ho pensato a mio padre, non molto diffusamente, in verità, poi a Scortichini, uno straccivendolo dal deposito del quale rubai un telaio per costruire la mia prima bici non comprata. Ma è stato un attimo. Lo scroscio non troppo lontano di un innaffiatoio serale, mi fa rendere conto dell'odore dell'aria; un odore di acqua su asfalto tiepido, odore di estate inoltrata; le immagini sono a colori vivi, non so se a causa della diversa percezione dei colori che hanno i bambini, oppure a causa del ricordo filtrato dai colori mediatici dell'epoca; sta di fatto che vedo un mondo grandissimo attorno a me, tutto da esplorare. Mi vedo di notte, nel terrazzo con la vista, andare nelle parti più buie, confortato dalle chiacchiere degli ospiti e dei miei genitori. Mi sento desideroso di un campeggio, di dormire sotto le stelle, e mi vedo mettere su un campo base: appoggiato alla parete, un sedile ricavato dai cuscini del dondolo, una coperta non troppo pesante, ocra e blu, con dipinto sopra un sole gigantesco. Due o tre Topolini, per non rischiare di annoiarmi, una torcia con specchio, un pallone e tre pacchetti di crackers. Tanto mi bastava, per sopravvivere. Il suono del treno.....