lunedì 12 novembre 2012

Una partita come tutte le altre

Lazio Roma 3-2

Lazio (4-5-1): Marchetti; Konko, Biava, Dias, Lulic (14' st Radu); Ledesma, Candreva (38' st Cana), Gonzalez, Hernanes (30' st Brocchi), Mauri; Klose. A disp.: Bizzarri, Carrizo, Ciani, Scaloni, Onazi, Rocchi, Zarate, Kozak, Floccari. All. Petkovic.
Roma (4-3-3): Goicoechea; Piris, Marquinhos, Burdisso, Balzaretti; Bradley, De Rossi, Florenzi (18' st Marquinho); Lamela (46' Tachtsidis), Totti (26' st Pjanic), Osvaldo. A disp.: Svedkauskas, Castan, Dodo', Romagnoli, Taddei, Perrotta, Lopez. All.: Zeman
Arbitro: Rocchi
Marcatori:12' Lamela (R), 38' Candreva, 45' Klose, 47' Mauri (L), 40' st Pjanic (R)
Ammoniti: Bradley, Tachtsidis, Burdisso (R), Lulic, Candreva, Mauri, Klose (L)
Espulsi: De Rossi (R), Mauri (L)


La vittoria per 3-0 col Panathinaikos, i tifosi del quale sventolavano vessilli giallorossi in curva Sud prometteva effettivamente benissimo. Poi è venuto giù il finimondo: roba 15 mm d'acqua in meno di un'ora, un blackout di qualche minuto in tutta Roma Nord, stadio compreso, e un goal irregolare di Lamela, viziato da un fallo su Lulic non ravvisato. L'incubo peggiore. Rimontare su un pantano-con-la-lettera-minuscola è impresa improba. Dalle finestre di casa, un buio pesto che manco giocassimo in notturna, buio come nei miei pensieri. Poi penso: "È la Roma. Rimontarla è riuscito a mezza serie A, vuoi che non ce la facciamo noi?" Nemmeno il tempo di formulare il pensiero che un missile di Candreva buca quella pippa di Goigoechea. Godo, perché sul campo diventa palese che il bello deve ancora venire. E infatti, dopo un po' il loro incubo peggiore si infila tra i centrali e completa la rimonta. Miro Klose, e passa la paura. Uno dice, "finisce qui?"
Eh, no. C'è Zeman, dall'altra parte. Un maestro di calcio, un mito della narrazione sportiva. E infatti. De Rossi emula Tyson, cazzotto in faccia a Mauri, rosso diretto, tre giornate di squalifica e un biglietto per Parigi o Manchester staccato. Fine primo tempo. Pronti via, e Mauri insacca il goal della siurezza su assis magistrale di Piris, che lo libera in area davanti al portiere. 3-1. A quel punto i biancazzurri entrano in controllo, e cominciano a pensare alla Juve, con cui si giocherà sabato. Esce Lulic, che salterà Torino perché diffidato (così come Mauri) ed entra Radu, per accumulare minuti nelle gambe. Poi Brocchi rileva Hernanes e Cana uno stanchissimo Candreva, in preda ai crampi. La Lazio si abbassa, troppo, e Pjanic trova una papera di Marchetti su punizione per il 3-2. Negli ultimi 5 minuti soffriamo (siamo la Lazio), ma il risultato non cambia. Roma è nostra, come storia vuole.

lunedì 5 novembre 2012

Carrettata Siciliana


Catania Lazio 4-0
Catania (4-3-3): Andujar; Alvarez, Legrottaglie, Spolli, Marchese; Izco, Lodi, Almiron (18' st Biagianti); Barrientos, Bergessio (26' Doukara), Gomez (25' st Castro). A disp.: Frison, Messina, Potenza, Rolin, Capuano, Salifu, Ricchiuti, Morimoto. All.: Maran
Lazio (4-1-4-1): Bizzarri; Konko, Biava, Dias, Cavanda; Ledesma; Candreva (1' st Brocchi), Hernanes (1' st Floccari), Mauri, Lulic; Rocchi (25' st Kozak). A disp.: Carrizo, Radu, Scaloni, Ciani, Gonzalez, Zarate, Onazi. All.: Petkovic
Arbitro: Mazzoleni
Marcatori: 9' pt Gomez, 25' pt rig. Lodi, 29' pt Gomez, 24' st Barrientos
Ammoniti: Alvarez (C)

Una notizia positiva c'è: la partita non l'ho vista, essendo andato a pranzo fuori con la famiglia di Moneti. Anche se ogni cinque minuti un cameriere (sulla cui fede calcistica non mi sbilancio, ma qualche sospetto ce l'ho) veniva sadicamente ad aggiornarmi sul risultato. I goal e le azioni mi dicono poco. Ho registrato la partita, ma - abbiate pazienza - eviterei di vedermela in differita. Ora il Panathinaikos. Poi......

mercoledì 31 ottobre 2012

Aridatece er centrocampo!


Lazio Torino 1-1
Tabellino:
Lazio (4-4-2): Bizzarri; Konko, Biava, Dias, Lulic; Cana, Gonzalez (12' st Cavanda), Candreva (40' st Brocchi), Mauri; Rocchi (29' st Floccari), Klose.
A disp.: Carrizo, Guerrieri, Ciani, Scaloni, Zauri, Radu, Stankevicius, Onazi, Kozak.
All.: Petkovic
Torino (4-2-4): Gillet; Darmian, Glik, Rodriguez, D'Ambrosio; Brighi, Gazzi; Cerci (41' st Birsa), Bianchi, Sgrigna (17' st Meggiorini), Santana (12' st Stevanovic)
A disp.: Gomis, Di Cesare, Agostini, Caceres, Basha, Verdi.
All.: Ventura
Arbitro: Giannoccaro
Marcatori: 11' Glik (T), 14' st Mauri (L)
Ammoniti: 36' Rodriguez (T); 46' Cana, 43' Biava, 44' st Klose (L)

Non so se sia normale concedere un tempo a partita all'avversario di turno. Di certo se si tratta di una strategia, sarebbe da rivedere, visto che pare non paghi. Tra l'altro, dovessimo fare così al Derby, la Roma ce ne farebbe 10, e pure se ne potrebbe prendere altri dieci nel secondo tempo, non mi pare proprio il caso di aiutarne la risalita e rinfrancarne l'autostima. Il Torino è una squadra quadrata, arcigna e rapida nelle ripartenze, e noi abbiamo un problemino regalatoci da Bergonzi la scorsa domenica: non abbiamo nemmeno un giocatore di costruzione, e siamo costretti a presentarci Senza Ledesma ed Hernanes: Petkovic quindi disegna un 4-1-3-2 con Cana davanti alla difesa e Rocchi ad affiancare Klose in avanti. Candreva e Mauri a suggerire da posizione defilata e il povero Gonzales (poi sostituito da Brocchi) a cantare e portare la Croce.
Pronti, via, e siamo sotto. Glick insacca di testa un cross letto malamente dalla difesa Laziale, e dopo dieci minuti siamo già uno a zero. A più mandate rischiamo di prendere il secondo: Cavanda si fa saltare sistematicamente da Cerci che gli passa alle spalle e lo passa con irrisoria facilità. Non basta il fisico, ci vuole malizia, e lì ci si rende conto del perché il Belga-Angolano non abbia convinto né a Torino né a Bari.
Il primo tempo passa tra errori marchiani di appoggio e valutazione, e qualche occasione micidiale per Mauri, Candreva, Rocchi e Klose, ma il Torino tiene e la partita rimane noiosa. Nel secondo tempo, come da copione, cambia la musica: Al 14' segna Mauri, e da lì la Lazio organizza un vero e proprio assedio, che però non porta il goal. Anzi, rischia pure di prenderne uno da Cerci, il cui pallone viene contrato da Biava in finale di partita. Grazie a Dio.

domenica 28 ottobre 2012

Due.


Fiorentina Lazio: 2-0
Fiorentina (3-5-1-1): Viviano; Savic, Rodriguez, Tomovic; Cuadrado ( 39' st Aquilani), Olivera, Borja Valero, Mati Fernandez (17' st Migliaccio), Pasqual; Ljajic (22' st Toni); Jovetic
A disp.: Neto, Lupatelli, Hegazy, Cassani, , Della Rocca, Llama, Romulo, Seferovic, El Hamdaoui. All.: Montella
Lazio (4-5-1): Bizzarri; Konko, Biava, Dias, Lulic; Gonzalez (33' st Rocchi), Candreva (43' st Kozak), Ledesma, Hernanes, Mauri (32' st Brocchi); Klose
A disp.: Carrizo, Straicosha, Ciani, Scaloni, Radu, Cavanda, Onazi, Cana, Floccari. All.: Petkovic
Marcatori: 46' Ljajic, 44' st Toni
Ammoniti: 32' Tomovic, 7' st Rodriguez, 11' st Olivera (F);12' Ledesma, 26' Konko, 34' Lulic, 39' Dias (L)
Espulsi: 29' st Ledesma (espulso per doppia ammonizione), 37' st Hernanes

Non è mai stata facile, 'sta partita. Vincevamo da sei incontri consecutivi, ma è la partita del rigore negato del 1999, della parata di Zauri a portiere battuto, di un goal di mano la partita dopo... Non ci amiamo, non li abbiamo mai amati. E comunque quanto accaduto oggi non aiuta. In una giornata cominciata all'insegna di Catania-Juve (con la Juve che segna e vince dopo un goal buono annullato del Catania dopo un conciliabolo di un quarto d'ora), era il turno nostro. C'era da risarcire la Fiorentina. E con chi? Vediamo chi è bravo e indovina.
Primo tempo regalato agli avversari, di cui subiamo le ripartenze e il pressing alto. La Lazio non riesce a rovesciare il fronte quasi mai, e quando lo fa spreca con Klose un pallone che era già dentro. Quando Mati Fernandez sbaglia un rigore sacrosanto per scivolata in area di quel bruciato di Konko, e a noi pare un segno del destino. Anche se -sempre il destino- ha armato i cartellini di Bergonzi-che-non-fa-rima-con-niente, ammonendo praticamente tutta la difesa biancazzurra nella prima mezz'ora. Ledesma già ammonito tocca al limite dell'area un pallone con la mano. L'arbitro non vede niente. Che culo. Poi, però, la Fiorentina trova un vantaggio meritato con un tiro di Ljajic che però è viziato da fuorigioco attivo (sta di fronte a Bizzarri) di Tomovic. Nel secondo tempo, la storia cambia; la Lazio si presenta spavalda, comincia a vincere i contrasti, (specie nella catena di Sinistra, con Lulic e Gonzales) e a schiacciare la Viola nella propria trequarti. La pressione scaturisce un fallo di mano di Cuadrado, che viene ignorato da Arbitro, Guardalinee, Giudice di Porta e Quarto uomo, e un Goal spettacolare con perfetto inserimento di Mauri annullato per fuorigioco inesistente. Saltano i nervi, e Ledesma ed Hernanes (quest'ultimo con rosso diretto, quindi almeno due giornate) finiscono fuori nell'ultimo affannato quarto d'ora. Il goal di Toni nel finale passa in generale sordina, a parte che per lui.
Un'ultima considerazione.
Io sono della Lazio, e in quanto tale sono FIERO della grande pacatezza dei nostri: Mauri che non protesta, Lulic che accenna ma smette subito, Petkovic che in connessione con Sky invita a non limitare la vittoria della Fiorentina a mero risultato di una giornata disgraziata di Bergonzi e staff, ma ne ricorda anche il grande spessore tecnico. I piagnistei li lasciamo agli altri. Anche se pagano. Anche se forse alzare i toni potrebbe arrecare più attenzione e punti. E' ovvio che se io fossi in Lotito, Tare, Petkovic, Mauri, Hernanes, Ledesma o chiunque altro sbroccherei e mi lascerei andare, sicuramente più del dovuto: sono un tifoso. Ciò detto, però, sono ben contento che chi mi rappresenta non si lasci provocare, e continui a tenere un profilo alto, signorile, da gentiluomini. Anche e soprattutto questo è "camminare a testa alta".

giovedì 25 ottobre 2012

Tragedia Greca

Panathinaikos Lazio: 1-1

Panathinaikos (4-2-3-1): Karnezis; Seitaridis, Pinto, Velasquez, Spyropoulos; Fourlanos (23' st Owusu Abeye), Vitolo, Zeca, Christodoulopoulos, Sissoko (33' st Mavrias); Fornaroli. A disp.: Kapino, Chouchoumis, Lagos, Marinos, Toché. All.: Ferreira.
Lazio (4-5-1): Bizzarri; Konko, Ciani, Dias, Cavanda; Candreva, Gonzalez (44' st Cana), Ledesma, Hernanes (33' st Onazi), Mauri (1' st Zarate); Floccari. A disp.: Scarfagna, Biava, Scaloni, Kozak. All.: Petkovic.
Arbitro: Gomez (Spa)
Marcatori: 25' aut. Seitaridis (P), 45' st Toche (P)
Ammoniti: Cana

Partita brutta per dire brutta. Lazio con un Turn Over finto (fuori solo Lulic, Klose e Biava, tutti gli altri titolari), Panathinaikos allo sbando: quella scesa in campo è una squadra impresentabile in Europa. Più o meno buona per una media serie B. Eppure non riusciamo a segnare, nonostante un Candreva in forma straripante. Ci vuole il gollonzo dell'anno per sbloccare il risultato: retropassaggio di alleggerimento di Seitaridis al proprio portiere, che però è fuori dai pali per l'uscita di tre secondi prima, e palla che si insacca in rete tra gli sguardi bassi di entrambe le panchine e dei giocatori in verde. Floccari ride.
Dopo, il nulla. Soliti tremori sulle palle inattive, e una condotta talmente sufficiente da far risvegliare un moto d'orgoglio in una squadra di pippe, che alla fine, daje e daje, ci pareggiano, anche giustamente. Rimangono il rammarico di non aver ipotecato la qualificazione (adesso bisogna tenere psicologicamente in un periodo nero, che tra l'altro coincide col Derby), e i primi dubbi sulla gestione di Petkovic: Zarate così è impresentabile, non sarebbe stato meglio inserire Rocchi? Contro l'opinione comune, io sono un estimatore di Cana, al quale va trovata una sistemazione in campo: per esempio, in un quattro-due-tre-uno, con Ledesma sostituito davanti alla difesa dal duo Cana-Hernanes, ed Ederson in avanti con Mauri e Gonzales dietro Klose. Ora la Fiorentina, che è una bruttissima cliente.....

mercoledì 24 ottobre 2012

....Mannaggia al diavoletto che ci ha fatto litigà....

Lazio - Milan 3-2

Tabellino:


Lazio (4-1-4-1): Bizzarri; Konko, Biava, Dias, Lulic; Ledesma; Candreva (82' Brocchi), Gonzalez (71' Cana), Hernanes, Mauri (58' Cavanda); Klose. A disposizione: Marchetti, Carrizo, Ciani, Scaloni, Zauri, Rocchi, Kozak, Floccari, Zarate. All.: Petkovic
Milan (4-2-3-1): Amelia: Abate, Bonera, Yepes, Antonini (85' Bojan); Nocerino (51' Pato), De Jong; Montolivo, Boateng (46' Emanuelson), El Shaarawy; Pazzini. A disposizione: Gabriel, Petkovic, Acerbi, De Sciglio, Mexes, Constant, Flamini.All.: Allegri
Arbitro: Tagliavento
Marcatori: 25' Hernanes, 41' Candreva, 49' Klose (L), 61' De Jong, 79' El Shaarawy (M)
Ammoniti: Yepes, Nocerino, Antonini (M), Dias, Gonzalez (L)
La Lazio non delude le aspettative e schianta un Milan impaurito e bloccato sulle gambesegnando tre goals e imponendo il suo gioco per quasi tutta la partita. Prima Hernanes ubriaca Bonera e infila Amelia grazie ad una deviazione di  un suo tiro potentissimo; Poi Candreva indovina il tiro della Domenica che manco Shingo Tamai; infine Miro Klose, servito al bacio sempre dall'illuminato Romoletto Candreva piazza un piattone, infilando il portiere romanista di Civitavecchia per la terza volta. Pratica finita, quindi.
Cor Cazzo.
Siccome siamo la Lazio, è sempre dovuto un supplemento di ansia: Petko sostituisce Mauri con Cavanda abbassando il baricentro laziale e il Milan riesce a segnare con De Jong (ovviamente in scivolata - la linea dei difensori biancazzurri io ancora non l'ho capita, ma sarà che di calcio giocato non me ne intendo un granché), prendendo coraggio. La pressione scaturisce qualche sbandamento della difesa, che però tiene, almeno fino al 79', quando il pizzettaro di Quarto Oggiaro sigla il 3-2. Il resto della partita è amministrazione Pektoviciana, con la scelta di chiudersi che ha fatto arricciare il naso a molti: Brocchi torna a vedere il campo, lo sfiancato Gonzales, reduce da una tornata di qualificazioni al mondiale brasiliano con l'Uruguay particolarmente sfigata lascia il posto a Lorik Cana, che si piazza a centrocampo a picchiare qualsiasi cosa rossonera gli passi vicino. Riusciamo a contenere il Milan, che in questo periodo è davvero poca cosa, e saliamo in classifica, terzi a parimerito con l'Inter di Staramaccioni, a un punto dal Napoli. Ora il Panathinaikos e la Fiorentina. Quanti ce ne farà la Fiorentina?

giovedì 11 ottobre 2012

Prima delle Primarie

C'è da mettersi d'accordo su una serie di temi; alcuni "alti", tipo  la direzione che la sinistra deve prendere in Italia, e altri "bassi", tipo il perché è importante interessarsi alle primarie in un momento del genere.
Si, vabbeh. La politica è in crisi di fiducia, non possiamo dare a Grillo il monopolio delle battaglie ecologiste, di trasparenza e di "politica dal basso".
D'accordo, abbiamo capito. E' ora di farla finita con il pensiero unico, con la sistematica esclusione di ogni alternativa al Liberismo Friedmaniano nelle politiche economiche e di contenimento della spesa nel nostro paese.
Si, va bene, ma anche no.
Vendola è di una chiarezza cristallina nell'enucleare la sua visione politica. E' perfettamente integro nel suo identificare l'alternativa (sotto gli occhi di tutti) al Rigor Montis (è troppo bella, non vedo perché Grillo possa rubare cose fiche e io no). Quello che non torna, però, è il suo equilibrio mediatico tra la seconda e la terza repubblica. Io vorrei che il suo nome sparisse dal simbolo di SEL, che è un movimento che sa perfettamente come stare sulle proprie gambe e non ha bisogno di un "Padre Nobile", ma di un compagno di battaglie; vorrei che alla signora che invoca la ghigliottina a Servizio Pubblico si potesse dare una risposta che potesse lenirle il dolore, l'asperità e la disillusione; che al banchetto del mercato, si potesse dire alla gente di votare Vendola non perché è lui ed è tanto intelligente, bensì perché rappresenta il modo (uno dei modi possibili) perché la Sinistra si riappropri di sé stessa. E' davvero impossibile mettere in discussione la crescita come unico paradigma economico? E' un'eresia pensare (come la Kirchner) che un'inflazione alta e una disoccupazione bassa sia più auspicabile del contrario? Ecco, io vorrei che il dibattito pubblico potesse occuparsi di questi temi, che d'altronde sono stati ampiamente sdoganati da Grillo, e quindi hanno già intaccato la cortina protettiva della propaganda.
D'ora in avanti cercherò (nonostante la mia pigrizia) di seguire la presentazione dei temi delle primarie da parte di Vendola, auspicando che possano essere discussi da gente un bel po' più preparata di me.

lunedì 8 ottobre 2012

Chiusura della stagione di caccia Pescarese

Pescara - Lazio: 0-3

Tabellino

Pescara (4-3-2-1): Perin; Balzano, Terlizzi, Capuano, Bocchetti; Blasi (1' st Jonathas), Colucci, Cascione; Vukusic (20' st Abbruscato), Caprari; Celik (12' st Quintero).

A disp.: Pelizzoli, Romagnoli, Nielsen, Bjarnson, Brugman, Soddimo. All.: Stroppa
Lazio (4-5-1): Marchetti; Konko (16' st Cavanda), Biava (39' st Cana), Dias, Lulic; Candreva, Gonzalez, Ledesma, Hernanes, Mauri; Klose (27' st Floccari).
A disp.: Bizzarri, Carrizo, Stankevicius, Ciani, Zauri, Scaloni, Onazi, Rocchi, Kozak. All.: Petkovic
Arbitro: De Marco
Marcatori: 5' Hernanes, 25' Klose, 36' Klose
Ammoniti: Blasi, Quintero (P)
A Pescara la stagione di caccia chiude in 90'. I poveretti vengono annichiliti da una Lazio al completo, che sblocca al 5' con un masterpiece di Hernanes, raddoppia con Klose dopo venti minuti e mette il risultato in ghiacciaia sempre col tedesco dopo un'altra decina di minuti. Poi si ferma per non infierire. Troppo poca cosa il Pescara di Stroppa per essere un test probante, troppo inconsistente per esprimere qualsiasi giudizio sulla Lazio che lo sbanca. Si tratta di una squadra di media classifica in serie B. Rimane il secondo posto a pari merito con l'Inter dietro i gobbi e i ciucci, e una pausa da affrontare con serenità. Ma attenzione a non far calare la tensione: dopo la pausa arriveranno le solite sette partite in ventun giorni, con in mezzo il Milan, il Panathinaikos ad Atene (so' gemellati coi Giallozzozzi, e sono in risalita) e chiudendo con il Derby. Allora, e solo allora, ci sarà qualche indicazione in più sulle ambizioni della nostra. Per adesso, godiamoci Candreva in Nazionale!

sabato 6 ottobre 2012

Le ragioni dell'odio

Tra Lazio e Pescara c'è qualcosa in più della rivalità. Secondo www.ultraslazio.it, sito fortemente politicizzato e abbastanza vicino (oggi un po' di meno che una decina d'anni fa) alla mentalità, sostiene che tra le due squadre c'è "Odio Storico", e lo declina così:
Rivalità antica, questa tra i laziali e i pescaresi, che affonda le radici agli anni'70, più precisamente al 30 ottobre 1977, quando, durante un Lazio-Pescara, i laziali entrano in possesso di bandiere e tamburi, anch'esse biancazzurre, dei tifosi pescaresi, che le vedranno sventolare dai laziali in Curva Sud. Da allora ogni sfida giocata contro il Pescara, soprattutto all'Adriatico, sarà contrassegnata da gravi episodi di cronaca. 
Altre testimonianze, però. sostengono che quel 30 ottobre una cinquantina di laziali ultrà dell'epoca entrarono nel settore degli ospiti e presero a botte indiscriminatamente i tanti tifosi che erano lì (molte famiglie, anziani e ragazzini); chi era in curva e aveva un po' di cervello, quel giorno si vergognò come un ladro.
E ancora: un mio caro amico lazialissimo ben radicato nel territorio costiero abruzzese, sostiene un'ipotesi affascinante: secondo lui, l'astio pescarese nei nostri confronti origina dai fatti del 1980: il 23 marzo di quell'anno, come è noto,  Cacciatori, Giordano, Manfredonia e Wilson furono arrestati in campo, con le gazzelle della Polizia che entrarono esattamente dalla stessa porta da cui passò l'ambulanza che carico il povero Morosini lo scorso 14 aprile. A Pescara, per l'appunto. Secondo il mio amico, il Pescarese medio ha catalizzato su questa scena tutto il disprezzo che ha nei confronti di una certa declinazione della criminalità. Un ragionamento più antropologico che storico, di cui avrebbe fatto le spese la Lazio, da quel momento marchiata come una realtà corrotta e poco sportiva. Ma tant'è, ai "guanti di velluto" della stampa nei nostri confronti siamo abituati da un bel pezzo.

Sta di fatto che Pescara ribolle: i forums dei tifosi che mi sono preso la briga di visitare e leggere negli ultimi due giorni sono carichi all'inverosimile, e davvero, c'è una brutta aria per il 90 eroici che saranno lì. Noi, di contro, abbiamo altro a cui pensare: ci servono tre punti, e se non li fai a Pescara, dove cazzo li fai?

...Quando il presente manganella il futuro...

Quando gli studenti scendono in piazza, c'è sempre qualcosa che non va. Quando i poliziotti caricano i cittadini che pagano loro le tasse, c'è sempre qualcosa che non va. E quando i poliziotti caricano cittadini che potrebbero essere loro figli, c'è davvero qualcosa che non va.
L'Italia non va. I giovani e giovanissimi percepiscono il clima profondamente sbagliato che c'è sopra le loro teste. E' un fatto animale, la capacità istintiva dei pischelli di intuire, senza necessariamente un costrutto logico, qualcosa che aleggia nell'aria. E hanno ragione. Io faccio parte di quella che viene chiamata "Generazione Azzerata" (che purtroppo azzerata non è, avremmo molti meno problemi), e ho vissuto un passato che era molto più gravido di speranze e visione del futuro. E siamo finiti  abbastanza male. Quelli di oggi hanno il nostro esempio, e giustamente non ci stanno a fare la parte dell'agnello sacrificale. Hai voglia che Profumo dichiari che le proteste non devono essere violente per essere ascoltate: ipocrisia bella e buona. Quando mai le manifestazioni di dissenso civile sono state ascoltate da questi qua? Il pischello ha naturalmente la capacità fisiologica di rendere concreta l'astrazione. E' quello che i vecchietti come me ricordano con dolcezza, il sogno che diventa realtà, grazie alla volontà coesa di tanti simili che cominciano a guardare la stessa cosa con gli stessi occhi, privi di quel particolarismo che è proprio degli adulti, impegnati a salvare il proprio culo e poco propensi ad intrupparsi con persone delle quali non riescono a fidarsi fino in fondo.
Quando i pischelli si incazzano, fanno un servizio alla società. Offrono uno specchio privo di distorsione della loro angoscia a noi, che abbiamo prosciugato loro ogni speranza di vita migliore in questo paese, sostanzialmente per egoismo e avidità. Gli unici che sembrano essere insensibili a questo spettacolo preoccupante sono gli esponenti dell'attuale classe politica, che pretendono di fare e disfare gattopardescamente senza che nessuno abbia l'ardire di mettere bocca, come se gli scranni che occupano fossero loro a divinis. Cicchitto che dice che il PDL è da riformare dalle fondamenta, ma stando attenti a non buttare il bambino con l'acqua sporca è paradigmatico, in questo senso. Si sarà reso conto che lui è l'acqua sporca, e non il bambino?
Daje, ragazzi, forzate chi sta provando a svendere il vostro futuro alle banche. Tenete duro, e il tempo vi darà ragione.

giovedì 4 ottobre 2012

Colpo d'ala Brasileiro

Lazio - Maribor 1-0
Tabellino:

Lazio (4-1-4-1): Bizzarri; Konko, Dias, Ciani, Cavanda; Cana; Candreva, Gonzalez (39' st Zarate), Hernanes, Ederson (24' st Onazi); Floccari (47' st Kozak). A disp.: Marchetti, Scaloni, Biava, Mauri. All.: Petkovic
Maribor (4-4-2): Handanovic; Milec, Rajcevic, Vidovic, Mejac; Cvijanovic (41' st Komazec), Filipovic, Mertelj, Ibraimi; Tavares (16' st Mezga), Beric. A disp.: Pridigar, Trajkovski, Dodlek, Lesjak, Ploj. All.: Milanic
Arbitro: Marciniak
Marcatori: 17' st Ederson
Ammoniti: Tavares (M), Cana (L)
Espulsi: Vidovic (M)

Complice il pareggio del rinato Panathinaikos con il deludente Tottenham, la Lazio vola a 4 punti nella classifica del gruppo, passandoci in testa. L'obiettivo era di portare a casa tre punti, e l'undici di Petko c'è riuscito  conducendo una gara accorta e difficile contro una squadra che si è dimostrata di ottimo spessore. Qualità a centrocampo e ritmo alto hanno permesso agli sloveni di impensierire fino all'ultimo la porta difesa da un ottimo Bizarri, anche una volta rimasti in dieci. Alcuni giocatori (tipo Ibraimi,  o Mertelj) si sono dimostrati di caratura europea, ottimi obiettivi per il mercato di Gennaio per il nostro ridimensionato campionato.
La Lazietta Nostra si è presentata in campo con un ampio Turn Over, ma orchestrato dal Mister Bosniaco con grande acume; non la "Napoletanata" di portare in campo 10/11 di formazione rimaneggiata (prendendo tre pere), ma una "presa di fiato" per alcuni cardini della squadra: Miro, sostituito più che degnamente da uno rispolverato Floccari, autore di una gara maiuscola; Mauri, sostituito da Ederson, a bersaglio per la seconda gara consecutiva; Biava, sostituito dall'enigmatico Ciani e Ledesma il cui posto è stato preso da un battagliero ma impreciso Cana. C'è voluto Ederson per sbloccare il risultato, poco dopo le prove generali del goal annullato giustamente per fuorigioco di una metrata buona. poco dopo, l'occasione per mettere la partita in ghiaccio, con rigore ed espulsione di Vidovic, entrambi sacrosanti, per un tocco di mano volontario in area su Floccari lanciato a rete, ma Hernanes calcia malocchio, e un ottimo Handanovic-Cuggìno neutralizza. Quindi sofferenza fino all'ultimo, ma tre punti che ci fanno affrontare la prossima sosta con maggiore serenità. E adesso, cerchiamo di farne tre-quattro al Pescara, che se li merita tutti....

lunedì 1 ottobre 2012

...E le risalite...

Lazio-Siena: 2-1

Tabellino:

Lazio (4-5-1): Marchetti; Konko, Biava, Dias, Lulic; Ledesma; Mauri (39' st Cavanda), Gonzalez (23' st Hernanes), Ederson (15' st Onazi), Candreva; Klose.
A disp.: Bizzarri, Carrizo, Ciani, Cana, Scaloni, Zarate, Rocchi, Kozak, Floccari. All.: Petkovic
Siena (3-4-2-1): Pegolo; Neto, Paci, Felipe; Angelo (1' st Sestu), Vergassola, D'Agostino, Del Grosso; Verre (1' st Paolucci), Valiani (30' st Reginaldo); Calaiò.
A disp.: Farelli, Marini, Dellafiore, Martinez, Bolzoni, Rodriguez, Campos Toro, Zé Eduardo, Bogdani, Rubin. All.: Cosmi
Arbitro: Russo
Marcatori: 17' Ederson, 38' Ledesma (L), 46' st Paci (S)
Ammoniti: Klose, Mauri (L), Pegolo, Calaiò (S)

C'era da vincere, e s'è vinto. Siamo contenti così? Siamo contenti così. Contenti per il goal di Ederson, per tre punti arrivati dopo due sconfitte molto diverse tra loro (Genoa e Napoli), per le braccia che mimano le ali dell'Aquila che è tornata a volare. Però.
Però c'è stanchezza; c'è Miro in diffida; c'è un fallaccio su Mauri, e c'è una reazione blanda da parte della squadra (ah, ad averci ancora Wilson e Oddi, ma bastava anche un "semplice" Corino...) La riflessione è: se  a Napoli dopo il fallo di mano di Klose c'è stata mezza squadra intorno al tedesco, perché non abbiamo fatto la stessa cosa? non sarà uno specchietto dello stato mentale della squadra? Mo', tutti a Pescara. Senza sassi, possibilmente.

giovedì 27 settembre 2012

La Caduta delle Aquile


Napoli-Lazio 3-0
Tabellino
Napoli (3-4-1-2): De Sanctis; Gamberini (32' st Aronica), Cannavaro, Campagnaro; Maggio, Behrami, Inler, Hamsik (37' st Vargas), Zuniga; Pandev (24' st Insigne), Cavani. A disp.: Rosati, Colombo, Grava, Aronica, Fernandez, Mesto, Donadel, Dossena, Dzemaili. All.: Mazzarri
Lazio (4-1-4-1): Marchetti; Konko, Ciani, Dias, Cavanda (12' st Ederson); Ledesma; Candreva, Hernanes, Mauri (13' st Floccari), Lulic; Klose. A disp.: Bizzarri, Carrizo, Biava, Cana, Scaloni, Stankevicius, Onazi, Zarate, Rocchi, Kozak. All.: Petkovic
Arbitro: Banti
Marcatori: 20', 31', 20' st Cavani (N)
Ammoniti: Konko, Cavanda, Hernanes, Ciani (L), Cannavaro, Pandev, Vargas (N)

Mettiamo subito in chiaro un paio di cose: la prima è che Klose ha fatto la cosa migliore nell'ammettere il fallo di mano, e non solo per l'esempio che ha dato a ragazzi e spettatori (sarebbe bastato solo questo), ma anche perché si è risparmiato la lente degli arbitri addosso per il resto del campionato e una probabile diffida. La seconda è che il Napoli ha dimostrato semplicemente di essere di un'altra categoria. La Lazio è una squadra di personalità, ed è semplicemente stata annichilita. Certo, mancava Gonzales, che è una cerniera imprescindibile nel centrocampo, ed è uno dei pochi della mediana biancoceleste che è adatto a portare acqua. Va bene, il goal di mano era da annullare, ma c'era un rigore grosso come una casa, e De Santis andava almeno ammonito per quella scenata. D'accordo, il terzo goal puzzava di fuorigioco chilometrico (ma non ci sono immagini); la realtà è una sola: il Napoli ha vinto sul campo, ha un Cavani monumentale che ha pure sbagliato un rigore da migliore in campo; e se la Lazio ha battuto una decina di calci d'angolo, la difesa napoletana ha dimostrato di essere molto meno ballerina degli anni passati. Quindi, onore al merito. Stiamo alla quinta giornata, e i giochi si devono fare. E poi, qualche nota positiva c'è stata: Ederson, per esempio a me è piaciuto, e ha messo qualche minuto nelle gambe. Il 4-4-2 con Klose/Floccari avrebbe potuto essere schierato dal principio, e a mio parere ha fatto vedere qualcosa di buono. La roma ha pareggiato in casa con una cazzata del portiere. Risultato giusto, quindi (se avessero segnato il rigore del 4-0 sarebbe stato un po' troppo pesante) e un pensiero: se il Napoli ce ne ha fatti tre, quanti ce ne farà la Fiorentina?

martedì 25 settembre 2012

UnPack MacBookPro 2012

Ed ecco il video promesso dell'UnPack del MacBookPro nuovo. Siamo contenti, dopo un Weekend di fatica devastante. Godetevi le zampine di una Moneti procionesca come non mai, mentre esplorano i meandri delle scatole Apple....



Sderenata SottoZero

Se n'è andata. Minacciando di dire tutto (quando tre giorni fa aveva detto di non sapere niente. Proprio poche ora prima della fiducia (che Cesa non le avrebbe dato). Ora ci saranno le elezioni, e ci sarà da ridere: chi si candiderà? Zingaretti è proiettato su Roma, ma già da qualche parte si comincia a pensare a lui come candidato del centrosinistra. Ma a destra (UDC compreso), chi sarà il candidato? Staremo a vedere. Nel frattempo, tra festini, ostriche e SUV, la Polverini continua con il disbrigo delle questioni ordinarie.

lunedì 24 settembre 2012

Genova per noi


Lazio-Genoa 0-1

Lazio (4-4-2): Marchetti; Scaloni (22' St Gonzalez), Biava, Ciani, Cavanda; Candreva (30' St Klose), Ledesma, Hernanes, Lulic; Zarate (22' St Mauri), Kozak.
A disp.: Bizzarri; Carrizo, Dias, Cana, Onazi, Stankevicius, Zauri, Floccari, Rocchi. All.: Petkovic

Genoa (4-3-1-2): Frey; Sampirisi, Granqvist, Canini, Moretti; Anselmo (13' St Antonelli), Kucka, Tozser; Merkel (1' St Jankovic); Immobile (27' St Seymour), Borriello.
A disp.: Tzorvas; Stillo, Bovo, Ferronetti, Bertolacci, Piscitella, Melazzi, Jorquera. All.: De Canio
Arbitro: Damato
Marcatori: 34' st Borriello (G)
Ammoniti: Candreva (L), Borriello (G)
Non si creda che siamo amareggiati! Per quanto l'attività sociale dei cuginetti sia frenetica, e siano reduce di una splendida vittoria per 3-0 contro il Cagliari (è importante raggranellare punti per la salvezza, in tutti i modi; "Pecunia non Olet", diceva Vespasiano), la Lazio continua il suo campionato. Alla fine della fiera, niente è perduto: il Napoli ha frenato a Catania, Inter e Milan sono l'ombra di loro stesse, questa Roma è poca cosa: affrontare un campionato di vertice non è mai stato così alla nostra portata. Ieri la Lazio ha fatto una grande partita, ad oggi probabilmente la migliore (anche col Palermo siamo stati grandi, ma il Genoa è oggettivamente più forte).
Di buono c'è l'identità di squadra e gioco: nonostante il Turn-Over, i movimenti sono stati fluidi, e il campo è stato coperto in maniera eccellente. Di meno buono c'è lo stato di forma di alcuni giocatori (Zarate!) e il risultato, scaturito da un episodio sfortunatissimo di Biava, fino ad oggi praticamente perfetto.

Certo, a voler essere pignoli, forse l'inserimento di Klose è stato troppo tardivo, e la scelta di Kozak come punta di riferimento non ha aiutato molto la fluidità lì davanti. Forse Floccari o Rocchi sarebbero stati più opportuni. Dopodiché, io di calcio non ci capisco un cazzo, e per qualche motivo Petko non vede né Floccari, né Rocchi. Ecco, ha ragione lui, senza se e senza ma. Ora ci aspetta l'esame di maturità col Napoli mercoledi, e lì vedremo dove potremo andare!

sabato 22 settembre 2012

Storia di un incubo

Forse sono io che sono arrugginito, o forse è Jobs che è morto. Sta di fatto che il mio feeling con la Mela è assolutamente a rischio; io non sono un fideista, sono uno che ama la tecnologia di qualità; se il binomio Google/Android fa dei prodotti migliori, io compro i migliori prodotti di Google/Android. Ho dichiarato - prima della mia infausta esperienza - che il mio prossimo setup sarebbe stato fuori da Apple; già mi aveva perplesso con alcune scelte sul nuovo portatile con Retina display, e mi aveva sconcertato la mole di rumors sull'iPhone 5, poi tutti risultati attendibili. Da 4 mesi prima del WWDC 2012, tutti sapevano già praticamente tutto del nuovo telefonino. Con Jobs in vita, non sarebbe mai accaduto. Poi ho scaricato ioS6, e le mappe mi hanno gelato il sangue. Ora sono alle prese con Mountain Lion, che - ben lungi dall'essere stato un passaggio indolore, ora mi sta davvero creando problemi.
A parte che il mio nuovo MacBookPro da 2000 euri non mi pare sia una scheggia, ho dovuto reinstallare da capo Aperture per fargli aprire la libreria delle foto. E temo sia solo l'inizio.
Infatti è passato un giorno. Io sto risolvendo un problema alla volta, disinstallando e reinstallando i software, cercando di ripulire il disco fisso con software dedicati. Ma ancora non sono convinto. Mi pare che il portatile vada lento, non sento la differenza di passo col precedente in maniera significativa. Chrome va lento, e ho ancora delle lentezze nell'aprire due o tre applicazioni pesanti insieme. Gli stessi che avevo prima, ma ora ho 8 giga di ram, non 3. Ho un i7 quad core con turbo boost, non un Core 2 Duo; vorrei venire a capo di questa enorme rottura di palle entro il fine settimana. Vi farò sapere.

venerdì 21 settembre 2012

Tottenham - Lazio



TOTTENHAM – LAZIO 0 - 0
TABELLINO
Tottenham (4-2-3-1): Lloris, Walker, Caulker, Vertonghen, Naughton, Sandro, Dembèlè (94' Mason), Lennon (81' Townsend), Dempsey (75' Sigurdsson), Bale, Defoe. All. Villas Boas.
Lazio (4-1-4-1): Marchetti, Cavanda, Biava, Dias, Lulic, Ledesma, Onazi (80' Zarate), Hernanes (93' Ciani), Gonzalez, Mauri (92' Ederson), Klose. All. Petkovic.
Arbitro: Hategan (Romania)
Ammoniti: 27' Biava (L), 62' Dias (L), 65' Gonzalez (L), 84' Mauri (L).

Una Lazietta da leccasse i baffi quella andata in scena a White Hart Lane ieri sera; mentre altri si guardavano Don Matteo, i biancoazzurri hanno tenuto testa a una della formazione più accreditate per la vittoria del torneo, e riscosso i complimenti del loro allenatore per la personalità con cui hanno affrontato il match. E' ben lontana dai trionfi di qualche anno fa, ma questa Lazio piace e convince. Al momento tutto gira bene, e data la tranquillità e la signorilità che il nuovo Mister le ha conferito, c'è da scommettere che farà bene a lungo. Ieri una delle prove più attese, con duemila laziali sugli spalti che hanno dato spettacolo quanto i loro beniamini sul campo: memorabile il coro su Paul Gascoigne, che a me personalmente ha molto commosso, specialmente per gli applausi dei sostenitori inglesi. Per tacer del fatto che - in sede di commento - De Grandis è stato chiamato a commentarlo, e Dio solo sa quanto rosicasse in quel momento... La Nord cantava, e quanto cantava! Quanto alla partita, i soliti meccanismi bene oliati a tutto campo: grazie a movimenti armonici e di grande intesa, l'Undici di Petkovic è riuscito a contenere il Tottenham, i cui giocatori correvano al doppio della velocità. Tre goals annullati, due dei quali sacrosantamente, mentre sul terzo, colpo di testa di Dempsey che a giudizio dell'arbitro carica Mauri, ci ha detto davvero culo. Non che agli inglesi abbia detto peggio: due palle goal sui piedi di Klose (incredibile, all'ultimo minuto di recupero ha spazzato una palla dalla propria area, alla faccia della punta!) che vengono ciccati per un nonnulla, una traversa piena di Gonzales, e un altro paio di ripartenze fulminanti che potevano davvero costare care alla squadra di casa. Quasi inoperoso Marchetti, a parte una mischia furibonda nel primo tempo. Bene gli esordienti-ragazzini Onazi e Cavanda, meglio il secondo che il primo, chiamato in extremis a sostituire l'influenzato Candreva. Solito Ledesma a cucire i reparti e a distribuire palloni e mazzate; Hernanes obnubilato dal dinamismo del centrocampo inglese, Mauri stellare nel dare profondità, Lulic in difficoltà contro Bale e Biava e Dias molto bene (pure se il capoccione un paio di cazzate le ha fatte...) Insomma, ora tutti allo Stadio per il Genoa domenica sera!

Giustizia Sporchiva

Mauri chiamato a rispondere di un bonifico di 100.000€ su un conto svizzero non cifrato intestato ai genitori. Non voglio mettermi a fare il radioascoltatore romano, ma è davvero indecente il trattamento che la stampa ci riserva. Il serizio andato in onda su Mediaset Premium aveva un tono sospettoso, insinuante, colpevolista: più volte ricordata la carcerazione di Mauri, mai entrati nei particolari della sua scarcerazione, o della completa arbitrarietà del suo arresto, viste le prove in mano (ricordo a tutti che - a parte le celle del telefono che davano la presenza simultanea sua e di Gervasoni a Genova - cosa che accade tutte le domeniche perché i due sono amici - e il bonifico ai genitori, tutto il resto è un de relato, tra l'altro da parte di genete che si è contraddetta più volte). E ora, alla vigilia della partita importantissima col Tottenham, un'altra bella tegola da parte della giustizia sportiva più ingiusta che c'è. Certo, avrei potuto essere di un'altra squadra e risparmiarmi queste incazzature, ma è più una questione di principio che altro: Persino Conte - che odio

iOs6 su New iPad - Recensione onesta

Ieri - come potete leggere più sotto - ho installato l'iOs6 sul mio iPad (ultima generazione con retina display, no 3g, wi-fi, 16 giga). Dopo qualche complicazione già documentata e la splendida prestazione della mia Lazietta al White Hart Lane, mi sono messo a navigare tra le nuove features del sistema operativo. Per fare ciò ho cercato qualche recensione on-line, trovandone una su iPhoneItalia.com. Dopo le difficoltà di installazione, posso dire che il mio rapporto col  nuovo OS sia partito col piede sbagliato. Ma niente mi poteva far girare più le palle di quella recensione viscida, compiacente e pubblicitaria.
Mi spiego meglio. L'ultima release prometteva una rivoluzione dovuta alla nota lite tra Google e Apple a causa di Android. Senza entrare nel merito, gran parte delle aspettative dell'utenza Apple (viziata, viziatissima!)  andava alle nuove mappe, frutto di una join venture tra la società di Cupertino, TomTom e altre importanti società cartografiche. Dato il nome di Apple, legato indissolubilmente alla qualità e all'attenzione dei suoi prodotti, tutti noi (anch'io sono melomane in più di un senso) ci aspettavamo la solita applicazione mozzafiato. Col cazzo. Le nuove mappe fanno schifo. Hanno l'utilità di Google Earth, sono state rivoluzionate le modalità di navigazione, quindi ci vuole un po' per abituarsi (in barba alle statistiche di velocità di adattamento ai nuovi software da parte dell'utenza generalista, fiore all'occhiello dell'azienda di Cupertino); se cerco casa di mia Madre, a via Nicotera, me ne appaiono cinquemila, in diversi paesi d'Italia, e non ordinati (né ordinabili) secondo criterio di prossimità. La funzione di ricerca di un luogo è stata unito con quella di navigazione, rendendo così molto strano il cercare un luogo, calcolando che viene chiesto sempre un punto di partenza. Le uniche cose innovative sono la segnalazione dei dislivelli, che però è molto approssimativa, e la visione aerea, suggestiva ma molto lenta e di dubbia utilità; molto meglio la Street View dell'applicazione precedente. Per non parlare degli agglomerati urbani non di primissimo piano, che in modalità 3D appaiono come dei render di uno studio di architettura, senza nessun apparente legame con le foto satellitari. Per usare la funzione di navigazione bisogna avere una connessione Internet, per cui conviene ancora usare SW dedicati come Navigon o TomTom, molto più precisi. Insomma, le mappe sono una merda. Jobs non avrebbe mai permesso una release di questo genere, piuttosto rimandava l'uscita, oppure faceva pace con Google.
Con il rinnovato Apple Store, poi, va ancora peggio. Non riesco a capire quando chiede la password e quando no. Nell'aggiornamento no, in teoria nemmeno con i downloads gratuiti, ma una volta me l'ha chiesta (per un giochino sui Simpson per iPad, gratuito). Boh.
Ho fatto l'errore di aggiornare alle nuove funzionalità Garage Band e iMovie. Meno male che non mi servivano nell'immediato. Due giorni per un download, che poi chissà quando è stato fatto. A un certo punto, c'erano tutte e due le app. Questo è uno screzio monumentale all'esperienza utente: Apple da' l'impressione che poco gliene importi, e questo è un errore che pagheranno, perché è un tradimento alla Mission primaria aziendale, che poi è stata la chiave del loro successo. Buone invece le implementazioni di Mail; l'escamotage del VIP, cioè di una lista aggiornabile degli indirizzi da tenere in forte considerazione è utile, comoda e intuitiva; finalmente si possono allegare documenti con un tap prolungato sul corpo del messaggio! Bene anche il nuovo Safari, anche se ormai uso Chrome da tempo (e di questo Apple dovrebbe preoccuparsi). Youtube manca, e per ora è stata rilasciato solo la versione per iPhone; l'iPad deve aspettare: tocca andare sul sito. Non illudetevi sulle mappe di Google, perché loro vorrebbero rilasciarne una versione per iOs6, ma Apple non ne permetterà mai la distribuzione nell'App Store. Sarebbe come ammettere di aver fatto una cazzata. L'Interfaccia dell'applicazione musicale è stata cambiata, con delle bocchinate tipo metallo finto che a me sembrano inutili e avide di risorse. Il Photo Streaming è stato upgradato con delle funzioni di condivisione delle quali mi sono rotto i coglioni dopo tre minuti: impostazioni cervellotiche in pieno stile Redmond. E' migliorata invece l'interazione sociale, ora si può passare per Facebook senza dover andare da Twitter, e per condividere una foto ci vuole meno di un secondo. Chiaro, sono tutti contenuti 2.0 gratis!!. La gestione della privacy, di conseguenza, è davvero inquietante. Comincio ad aver paura di usare il dispositivo per fare foto o registrare qualsiasi cosa, perché tutto quello che faccio sfugge completamente al mio controllo. Dazio da pagare per la società digitale, o pura miopia e scarsa forza nel contrastare le grandi società che ci rubano pure l'intimità? Un po' tutto, ovviamente. Quello che è pazzesco è vedere il mio iPad aggiornarsi col mio Profilo, senza che io lo abbia mai attaccato al Mac. Se siete dei fanatici del Jailbreak, sappiate che sui processori successivi all'A4 non sono stati ancora trovate le falle per il JB unthethered. Se siete dei maniaci, quindi, accantonate l'idea dell'aggiornamento, almeno per ora.
Oggi mi sto cominciando ad abituare. Devo ancora fare un po' di prove, specie con la suite di iLife, ma la stabilità generale non mi pare compromessa, così come la velocità. La grafica è migliorata, ma andava benissimo anche prima. Insomma, a parte qualcosa che era necessaria da tempo (vedi gli allegati di posta), niente di rivoluzionario. AH, a proposito: se siete clienti Sky, NON AGGIORNATE FINCHE' NON VERRA' RILASCIATO IL NUOVO SW! Quello attuale non gira su iOs6!
Steve, Risorgi!!!

giovedì 20 settembre 2012

iMortacci

...Qualche giorno fa, il mio amico Luca Bernardini mi ha telefonato impanicato a causa del piantamento del suo iPhone 4s. Come spesso accade, mi sono messo a prenderlo per il culo, visto che non è mai stato una faina con i dispositivi elettronici. Perlomeno con quelli posteriori al 1980.
Ad ogni modo, oggi sto pagando dazio per la mia supponenza: Ho aggiornato l'iPad alla versione 6 dell'iOs. Se solo avessi saputo. Ecco come si può impiegare una mezza giornata di vita nel XXI secolo.

1) Tronfio e fiero della bellezza ed efficenza del mio "Digital Hub" monomarca, e certo che ciò avrebbe minimizzato i miei sforzi, ho nell'ordine:

  • Collegato l'iPad al mio MacBookPro tramite cavo, avviato iTunes; 
  • Risposto affermativamente alla domanda se avessi voluto aggiornare; 
  • Aspettato che iTunes scaricasse l'aggiornamento; 
  • Atteso che partisse l'installazione;
  • Appreso da una dialog box che - ahimé - la mia periferica "non è eleggibile all'aggiornamento".


Ok, non c'è problema. Mica sono un esperto Mac all'amatriciana, io. Un piccolo contrattempo capita.

2) Stacco l'iPad, disattivo tutti i blocchi di sicurezza, cancello una cinquantina di applicazioni inutili, aggiorno il computer con una cazzo di patch da quasi un giga che mi costa una quarantina di minuti di attesa, riattacco il cavo con un sorriso alla GRP e ri-rispondo si alla domanda sull'installazione. Dopo un po' la risposta è che la mia periferica "non è eleggibile all'aggiornamento".

Mmh. Seccante. Ma non perdiamoci d'animo.

3) Vado su Google, vengo mandato sul sito del troubleshooting della Apple che mi consiglia di disattivare tutti i software che non ho. Per un attimo penso di installarli e poi disattivarli, ma mi pare una cazzata. Andando avanti nella lettura vengo folgorato da un'indicazione che non leggevo dai tempi del mio 486DX2 con Windows 3.11 installato sopra: "provate a spegnere e riaccendere". Il tempo di pensare a Jobs chiamato "Trottolino" nell'Aldilà (a causa dei suoi giramenti nella tomba) ed eseguo.

"La mia periferica non è eleggibile all'aggiornamento". Ora cominciano davvero a venirmi le madonne.

4) Cambio cavo di connessione, resetto l'iPad, disconnetto l'iPhone 4s (che si collega ad iTunes via Wi-Fi come Scajola, a sua insaputa) e faccio ripartire l'aggiornamento. Ri-ri-rispondo SI alla domanda sulla mia effettiva volontà di effettuare l'aggiornamento (uno normale avrebbe già cambiato idea), e mi viene risposto che la mia periferica "non è eleggibile all'aggiornamento".

Dannazione, Maledizione, Porco qua e porco là.

Stacco il cavo, resisto alla tentazione di gettare il mio fido Procopio (il MacBook) dal quarto piano, vado sulle impostazioni dell'iPad e provo ad aggiornare il tablet senza passare per il computer. Dopo circa una quarantina di minuti, la barra di progressione è a un po' più della metà e io aspetto fiducioso. Dopo un'ora è ancora a tre quarti. Ne faccio una. Realizzo che l'iPad si blocca ogniqualvolta va in sleep, disattivo la funzione, e ricomincio da capo. Nel frattempo l'ho finita, e questo mi rende cupo. Passa un'altra ora, l'ultima mezza con la barra a un millimetro dalla fine, e una dicitura con su scritto "preparo l'aggiornamento". Si sono fatte le sei. La barra finisce la sua corsa, l'iPad si presenta con la mia foto della scrivania con un'etichetta che mi dice (ma và?) "Preparo l'aggiornamento". Poi la foto scompare, e appare lo sfondo nero con la mela e un'altra barra di scorrimento. Questo è giusto. Finalmente un'attesa che mi sembra sensata.

-"...Quasi quasi..."

Ne faccio un'altra. Moneti, di fronte a me,  prepara un parere forense ad alta voce. La ignoro, concentrando tutta la mia concentrazione alla barra bianca su sfondo nero. Ipotizzo un paio di soggetti per altrettanti romanzi brevi. La barra non si muove, ma io sono felice. Questa volta andrà bene, a Dio piacendo. Credo di guardare la barra di scorrimento con la stessa espressione di Mandrake mentre Mon Amour corre verso il traguardo, solo ad un rallenty esasperante. Sono le 18:20, penso di accendere Sky per vedere un po' il Napoli (per entrare in clima UEFA, visto che stasera c'è la partita col Tottenham), ma poi la barra scompare, e rimane solo la mela. Ho i brividi. Aspetto fiducioso che accada qualcosa. La mela scompare. E' finita? Ora è tutto nero. Prendo il tablet in mano. Scotta. Sempre tutto nero. lo ripongo, e mi rimetto al computer, ma giro la testa come un barbagianni (l'iPad è sul mobile dietro al tavolo) ogni cinque o sei secondi. Tutto nero, ancora. Forse dovrei premere il tasto quadrato, ma subito dopo penso che no, questo è un test sulla mia fede, devo solo saper aspettare. Vengo dilaniato da questo dubbio per qualche minuto, e resisto.
-"Certo, però scotta... Fammelo riprendere un attimo"
Non faccio in tempo a sentirne la temperatura, che già ho premuto il tasto. C'è uno sfondo grigio, una scritta enorme con su scritto "iOS6" e una slidebar con scritta in cinese. La scorro. Una pagina mi informa che l'iPad è stato aggiornato correttamente, e che rimangono pochi passi alla FINE. Poi un tasto "continua" che pare un otre d'acqua dopo tre giorni di deserto. Mi chiede la password dell'account Apple:

-"Abbéllo, 'a so a MEMORIA!"

La digito, accetto alcune clausole vessatorie della mia privacy con la leggerezza nel cuore e....

Il mio iPad è aggiornato, e perfettamente backupato! Perché chiedersi come questa cosa sia potuta avvenire senza nessun collegamento al computer in cui mi illudo siano custoditi gelosamente i miei dati? Perché sporcare la mia felicità con considerazioni Orwelliane sul controllo della persona? Molto meglio provare il nuovo SIRI in Italiano, il quale - per inciso - mi ha chiesto di accettare il fatto che tutto quello che gli chiedo a voce passi attraverso dei servers esterni, su cui non ho nessun controllo (infatti senza connessione, SIRI non funziona). Alla faccia del 1984.

Gestioni Fiorite

A parte che la vista di uno come Fiorito, presentata dai TG con i dettagli compiaciuti delle sue azioni da rubagalline mi fa diventare Lombrosiano (e mi fa cascare nel tranello - pure se resisto con tutto me stesso - di massimizzare le mie reazioni, e omologarle alla propaganda da "Giusto/Sbagliato"); a parte questo, che la Regione fosse una fogna lo sapevano tutti: a destra e sinistra, dentro la politica e fuori. Fa il paio con il post precedente, quello sul calcio scommesse: se arrivi ad imputare a qualcuno l'omessa denuncia, allora bisogna avere la coerenza di stoppare i campionati per un paio d'anni, come auspicava tra il serio e il faceto Monti. Non si tratta di cadere nel "sono tutti uguali", ma piuttosto nel valutare il fatto di cronaca nell'effettiva cornice: sono dieci anni che i telefonini della Pisana squillano il motivetto di Faccetta Nera; e sono d'accordo col Kapola quando scrive che le clientele di questa destra romana non hanno una grande base ideologica, piuttosto sono la remunerazione di azioni politiche portate avanti più per convenienza che per fervore. Ma sono pure dieci anni che a sinistra, complici i numeri penalizzanti, non si è costruita un'alternativa di visione del governo locale: l'impressione che arriva all'elettore - complice anche una certa macchina propagandistica - è che non ci sia poi una differenza sostanziale tra Marrazzo e Fiorito, tanto per dirne una trita e ritrita. Non è vero, ovviamente le differenze ci sono, ma non è questo il punto. Il fatto è che a forza di inseguire la destra sulla sua scala valoriale, interpretata come terreno di conquista di voti, ha portato questa sinistra a diventare altro. La partita, adesso, si gioca sulla connessione effettiva dei partiti con la Base. Per questo vince Grillo. Il capitale che la sinistra italiana aveva, a livello di dialettica tra sistema partito e sistema paese, è stata erosa all'osso da venticinque anni di crisi di identità. E la classe dirigente altro non è riuscita a fare, se non aprire uno spiraglio di liberismo all'interno di una solida tradizione politico-economica di stampo Keynesiano, sdoganare forme nuove di padronato e strizzare l'occhio a certa finanziarizzazione. Tutto questo per salvare sè stessa, non il tessuto sociale del paese.
Bisogna trovare un'alternativa al macrosistema occidentale, e cercare una via consociativa che sia alternativa al duopolio FMI/WTO. Una via tipo quella Latinoamericana, che però in Occidente non trova uno sbocco mediatico per arrivare alla discussione pubblica. E non comprate Pubblico, perché è inutile....

martedì 18 settembre 2012

Fuori onda di Romney

Personalmente non credo che il fuori onda di Romney incida più di tanto sull'esito delle presidenziali. Non ha altro che esternato il retropensiero del sistema valoriale proprio del suo elettorato; non a caso l'audio è stato "rubato" ad una cena di suoi finanziatori. E' probabile che faccia pendere l'ago della bilancia dalla parte di Obama per qualche indeciso, ma poca roba. Qui si tratta di una riproposizione della dialettica interna americana tra "Wet" e "Dry" dei tempi del proibizionismo: socialdemocratici contro Liberisti, Keynesiani contro Fridmaniani, e compagnia cantando. Quando mai un repubblicano avrebbe mai potuto fare un ragionamento diverso? e per quale motivo un repubblicano dovrebbe cambiare idea in base ad una dichiarazione programmatica perfettamente coerente? Oppure c'è qualche barbone che avrebbe potuto votare Romney, e poi ha cambiato idea? No, non torna.

domenica 16 settembre 2012

Petkovinciamo ancora!

Chievo-Lazio: Il film sul Profeta che seda le piazze arabe!


TABELLINO
CHIEVO-LAZIO
Chievo (4-3-1-2): Sorrentino; Sardo, Dainelli, Cesar, Jokic; Luciano, L. Rigoni, Hetemaj (dal 61’ M. Rigoni); Thereau (dall'80' Stoian); Di Michele (dal 60’ Moscardelli), Pellissier. All. Di Carlo.
Lazio (4-1-4-1): Marchetti; Konko (dal 46’ Scaloni), Biava, Dias, Cavanda; Ledesma; Candreva (dal 79' Ederson), Gonzalez (dal 66’ Cana), Hernanes, Mauri; Klose. All. Petkovic.
Arbitro: Rizzoli
Marcatori: 5’ Hernanes (L), 38’ Klose (L), 74’ Hernanes (L),
Ammoniti: 53’ Cavanda (L), 60’ Ledesma (L), 62’ Dainelli (C), 73’ Sardo (C), 89' Cesar (C)
La partita e il goal del primo tempo dedicato al terzo figlio, e alla moglie incinta di cinque mesi. Il secondo tempo impreziosito dalla doppietta personale, con capriola volante. Quanto vorrei che una gestazione coincidesse sempre con una stagione calcistica! Hernanes in cattedra, Lotito che starà pensando a come blindarlo, Pektovic sempre più sulla cresta dell'onda. E' una squadretta di qualità questa Lazio, che a prescindere dai casini che gli si fanno intorno e dalla perplessità che ha destato il nuovo allenatore nel precampionato, si dimostra squadra solida, dai movimenti ben gestiti (non si direbbe che l'allenatore ci abbia lavorato così poco) e dalla grandissima qualità, specialmente a centrocampo: non sono molte le squadre di serie A che possano vantare un centrocampo con Hernanes, Mauri, Candreva, Cana, Ledesma, Gonzales, Lulic, Ederson, Brocchi tra gli altri.
Col Chievo fuori casa abbiamo una buona tradizione, a Verona non ci perdiamo dal 1999. Anche adesso, all'11 del II tempo, stiamo sul 2-0, con due magie di Hernanes che ha timbrato il cartellino al 5° e lo ha Fatto timbrare all'Ufo Klose al 38°.  S'è fatto male Konko, e quindi la solita "Laziata" che sporca l'ottimismo c'è sempre. Però... Gioca, ammazza se gioca. Vedremo Giovedì a Londra come andrà; il nostro campionato non da più grandi certezze di selezione.

Dal 20° del secondo tempo si soffre, forse la testa va a Giovedi, e potrebbe essere umano. Una serie di angoli non scaturisce la rete, ma il Chievo pressa rabbiosamente, e anche Gonzales esce per fare entrare un più combattivo (ma molto meno dinamico) Cana. Tengono Biava e Dias (quest'ultimo autore di una delle più grosse cappellate che abbia mai visto, ci voleva il giallozzozzo  Di Michele per sbagliare da solo davanti la porta), sicuro Marchetti,  buon filtro a centrocampo, Klose fa reparto da solo. E in più, grande armoniosità tra reparti, una cosa tipo "Calcio Totale". E quando i Clivensi si sono scaricati, Il Profeta ne gela l'entusiasmo con la terza pappina. C'è spazio pure per far rivedere il campo ad Ederson (rivedibile, mi ha ricordato il primo Lulic col Milan, l'anno scorso) e per un rigore per loro per un fallo di Klose (nientemeno!) che ci fa perdere l'imbattibilità in campionato.
Insomma, tre partite, nove punti. Tre dei quali con l'Atalanta fuori casa, dove ieri il Milan ha scagliato 1-0.
Per carità, la Riòmma c'ha er Boemo, è la favorita per lo scudetto, è de 'n'artro pianeta; noi ci limitiamo solo ad ammirarne il gioco e la bellezza. Dall'alto.

Freccia, Freccia delle mie brame...

Ho cominciato - parallelamente alla stesura del primo capitolo della tesi di dottorato, centrato sulle figure di Dean Mahomet e Amitav Ghosh, la revisione del mio "La Freccia in Nero". Ho cominciato a propagarlo, e ad ottenere dei feedbacks. C'è molto da lavorare, e ovviamente è un lavoro che mi costa il doppio della fatica, perché odio ogni singola pagina. Comunque, una volta finito di metterci mano, lo manderò per una valutazione ulteriore ad una società di servizi editoriali, per la sgrossata ultima prima della presentazione. Faròvvi sapere su questi schermi.

sabato 15 settembre 2012

Autunno Arabo

E' legittima la libertà creativa per un agnostico abitante di uno stato laico che decide di fare un film su Maometto? In Italia, per fare un esempio, lo è: la Costituzione prevede che la libertà di espressione non sia sindacabile e non possa essere limitata da nessuna legge (come invece accadeva ai tempi dello Statuto Albertino). Ma è ancora possibile ragionare in termini nazionali, quando il mondo è diventato McLuhaniano, e le scelte operate a migliaia di chilometri influenzano la vita di tutti noi? E' già successo - con le barzellette danesi e con la maglietta di Calderoli - che le piazze islamiche si agitassero; sotto un certo punto di vista, quello condiviso da un miliardo di persone, c'è da riflettere: la verità è soggettiva, ma la fede non lo è: le due cose insieme danno come risultato che un film nato con chissà quali intenzioni dalla sensibilità soggettiva di un autore (di cui non staremo qui a sindacarne la qualità) verrà recepito dalla soggettività di un miliardo di fedeli, i quali vedranno attaccate volgarmente le basi dell'unica cosa che a loro modo di vedere è oggettiva, cioè la loro fede. O per farla più prosaica, vedono e sentono un cane infedele bestemmiare tra il plauso sghignazzante di quei porci che mangiano a spese del presente altrui e del futuro di tutti. A quel punto, non c'è legge nazionale che tenga. C'è solo la guerra. Ma vi siete già dimenticati di quando Rushdie doveva andare in giro sotto scorta? Guardate che viveva a Londra, non nel Barhein. E i versetti satanici aveva un portato letterario e culturale ben più rispettabile di quella cazzata fatta col chroma key che ho visto in TV.
In merito a questa storia, non ho smesso un attimo di pensare ai Sanculamo, o ai Prophilax. Ricordo infatti la genesi di brani e idee, ne ricordo i meccanismi creativi (la raccolta e l'elaborazione di tutte le cazzate del mondo), la ricerca delle rime da parte degli autori e persino alcune macchine che si sono usate per degli effetti. Mi ha sempre impressionato la traslazione di significato infinita che quei pezzi hanno avuto con la moltiplicazione (esponenziale), prima con le cassette, poi con Internet. Ho realizzato per la prima volta negli anni novanta che di fronte all'oscenità l'essere umano si sente in dovere di esprimersi. Che le cose che generano dibattito sono quelle più vicino alla pancia, e non alla testa. E ancora mi ricordo le risate compiaciute di alcuni, quando altri si lanciavano in esegesi di testi che parlavano di bocchini e inculate scovandoci significati inaspettati (e assolutamente non voluti dai loro creatori) eppure perfettamente sensati.
Ho sempre sognato un mondo in cui va al contrario, in cui la gente si confronta su temi alti, condivisi, utili. Maddeché. La TV racconta piazze che si sollevano per un film scadente, ma in realtà quella rabbia ha un'origine lontana; nel Villaggio Globale, anche la narcosi diventa condivisa, e anche l'attenzione degli uomini di fede diventa intermittente, digitale, binaria. Quindi non sbrocchi più perché tuo figlio deve andare ad attingere l'acqua in un pozzo a sei chilometri di cammino, ma perché un coglione vestito da Maometto mangia delle costolette di maiale. Ecco, questo mi sembra il punto su cui riflettere: è possibile rompere una catena di ingiustizie quando l'impronta del mondo secolare è così profonda nelle coscienze di tutti noi?