venerdì 15 novembre 2013

Questo mi sembra più degno d'attenzione...

Questo video pubblicato l'altroieri fa parte dell'offensiva contro Vendola che ha raggiunto il culmine con l'intercettazione di oggi.
Mi sembra più argomentato e sicuramente più convincente di quella porcata scatenata dal Fatto, che è in pieno stile Boffiano; solo che non ho l'ho sottoposta a Fact Checking.

Voi che dite?


nocensura.com: Caso Ilva: le obiezioni di Marescotti (Peacelink) ...

sabato 9 novembre 2013

Tempo Zero

In una vecchia, geniale storia di Martin Mystère, Alfredo Castelli immaginava l'esistenza di un siero che, iniettato, faceva vivere a velocità moltiplicata, i modo tale da fare sì che se per il proprio orologio interno fossero passati 3 giorni, per il mondo esterno ne fosse trascorso solo uno.
È una delle mi storie preferite, e ha un tributo di ispirazione ad un vecchio episodio di Star Trek, dove esisteva una razza aliena accellerata a punto tale da essere invisibile ad occhio umano.
La scorsa settimana, in sezione, è stata una giornata molto densa. C'è il congresso in vista, e si è discusso il documento programmatico. C'era da eleggere il nuovo coordinatore, dopo Mauro, che ha retto la sede per dodici anni. C'era da capire quale fosse la strategia per le prossime europee (col PD? Senza il PD?)
E c'era da promuovere un ritorno all'antico, separando il coordinamento metropolitano di nuovo tra cittadino e provinciale.
La sezione di SEL di Roma I (via Giannone) è molto viva. C'è viva partecipazione, e una grande capacità d'ascolto. E così è e sarà. Ma il problema fondamentale, al momento, è uno: manca l'educazione al movimentiamo vero. Noi ci si confronta tra di noi, le istanze del territorio sono in mano ai Grillini. Noi ci si conta e ci si incontra, ma sul territorio parliamo a titolo personale, perché è davvero difficile che ci sia una linea comune. Da un lato vengono prese decisioni bulgare, per un mero fatto pratico, ma dall'altro, quello della base, c'è un tale rispetto dell'alterità interna che spesso si cade nel fricchettonismo, cioè nella difficoltà a produrre una linea comune che sia a fuoco sul problema, in anticipo sui tempi e dettagliata nella produzione di ipotesi risolutorie.
Più vicino alla catena di comando reale arrivi, più ti rendi conto che il tecnicismo parlamentare e amministrativo sostituisce la visione politica. L'affare Vendola ne è una chiara dimostrazione: criticatissimo per la sua contiguità con Archinà - e quindi con gli interessi della famiglia Riva - ha argomentato con la difesa dei posti di lavoro. Il ché ci può anche stare, dato il ruolo, ma apre un vulnus nella tenuta delle istituzioni, quando cedono la loro terzietà e "lontananza" dal singolo caso in favore di una umanizzazione privatistica, comprensibile ma cancerosa. Vero, il sistema attuale ragiona così, ma allo stesso tempo concorre a farci percepire come parte integrante di una modalità che in realtà non ci appartiene affatto, e che sosteniamo proprio per la sua alterata; come dire, non rubiamo ma veniamo messi insieme ai ladri, perché "so' amici nostri". L'appiattimento sulle posizioni del PD ci ha fatto solo male. A parte l'incremento di tesseramenti dovuto all'avvicinarsi del congresso, siamo in costante perdita di consenso. Noi ne perdiamo, Grillo e l'astensione ne guadagnano.
Una scelta di coerenza e di affermazione dell'identità collettiva, con il rischio di fare la fine di Ingroia. Questa è la strada. Il paese ha bisogno di una sinistra ricostruita, un maledetto bisogno; ma non è con i calcoli elettorali che riusciremo nell'intento. Solo attraverso l'effettiva canalizzazione dei problemi del territorio (ecologia, lavoro, debiti, costruzione della coesione) riusciremo a scollinare questa desertificazione  politica e valoriale, no attraverso calcoli tecnici.
La storia di Martin Mystère partiva dalla necessità di guadagnare tempo. La scorciatoia (il siero) finiva per mandare in autocombustione chi lo utilizzava.
Cioè a dire: il tempo non si regala, le decisioni necessitano un processo lungo e definito, e le scorciatoie tecnocratiche bruciano. Hai capito, la metafora?

mercoledì 6 novembre 2013

Orfeo a puttane

Pierpaolo Pasolini è morto, risparmiandosi lo scempio che stiamo vivendo. La bellezza che scompare, il conformismo gianesco che vuole che si facciano pompini al capoufficio sposato senza sbagliare i congiuntivi. L'arrivismo americanista spogliato della meritocrazia. Le mamme che truccano le figlie per far fare loro bella figura al provino. E tutto questo in maniera assolutamente trasversale, senza distinzioni di censo, estrazione o classe. Tutti parlano la stessa lingua, quasi tutti hanno gli stessi desideri, indotti dal martellamento turbocapitalista. Si salvano solo i ricchissimi, perché i poverissimi al momento non hanno più via di fuga. Una volta ce l'avevano, ed erano i diseredati di Pasolini, appunto, con le loro facce idiote, la loro innocenza violata e il loro universo fatto di espedienti: la ricerca, magari  poco convinta, di un riscatto. Oggi stanno attaccati ai gratta e vinci.

Ci svegliamo dal torpore domandandoci come sia possibile che ci sia una storia di prostituzione minorile ai Parioli. Esterrefatti. 

-"Possibile mai che con tutti i siòrdi che girano a Parioli..."
-"Capisco nelle  borgate, ma ai Parioli... con tutti quei siòrdi..."

Il deserto valoriale è il problema. L'assenza di qualsiasi questione morale presentata con la rigidità dovuta a qualsiasi convenzione. E' Berlusconi che si fa Ruby, ma è anche il sinistrismo padronale gestito con la tattica del muro di gomma. Non si può pretendere che i ragazzi trovino una strada corretta se non si offre loro una geografia di valori. Noi (voi!) gli avete messo davanti una strada costellata di pericoli, dipingendogliela come un sentiero delle fate. Voi camminate con i vostri figli mano nella mano in mezzo a tutto questo. Se un professore mette un brutto voto, è colpa del professore. Se fa a cazzotti con un altro bambino è stato provocato. Se risponde maleducatamente ad un adulto, "è solo un ragazzo".
E quando vi svegliate? Non quando vostra figlia fa gli spettacolini porno davanti alla webcam per venti euro di ricarica telefonica, ma quando finisce sui giornali. Non quando vostro il vostro figlio bullo ruba i soldi ai compagni di scuola, ma quando vi dovete sobbarcare le spese di disintossicazione dalla cocaina. 

I valori sono importanti, perché da un lato offrono un modello di organizzazione sociale, dall'altro la loro schematicità li rende sovvertibili. Nella società liquida questo non accade, perché i valori prendono la forma del pensiero corrente, che cambia insieme alla moda del momento. Volatile. Futile. Inutile. La perfezione del controllo.
E da tutto questo non vedo come si possa tornare indietro. 
Il mito ci insegna che Orfeo è tornato dagli inferi, anche se si è voltato indietro, perdendo Euridice.
La contemporaneità ci insegna che Orfeo, una volta negli inferi, ha preferito andare a puttane, e 'sticazzi de Euridice. 
Le bastino gli alimenti.

Meno male che Pasolini è morto.