giovedì 11 novembre 2004

Morto Arafat


Oggi, 11 novembre 2004 è finita la lunga agonia di Yasser Arafat. E' morto questa mattina alle 03.30 all'ospedale militare Percy a Clamart, vicino Parigi, dove era ricoverato da venerdì 29 ottobre.
Dopo tredici giorni di agonia e una triste girandola di annunci e smentite sulla sua fine, il presidente palestinese ha lasciato ufficialmente la scena all'età di 75 anni, lontano dalla sua terra palestinese.
La salma del raìs sarà trasportata al Cairo, dove domani si terranno i funerali.hanno proclamato tre giorni di lutto. Sei capi di stato hanno già annunciato la loro presenza: oltre al presidente egiziano Hosni Mubarak, vi saranno il re di Giordania Abdullah II, e i presidenti di Yemen, Algeria, Sudafrica e Brasile. Arafat sarà invece sepolto sabato a Ramallah. ''Tutto avrà luogo alla Moqata, che è un simbolo perché è lì che ha vissuto'' ha dichiarato ieri il segretario della presidenza palestinese, Tayeb Abdelraihm.
Dopo l'annuncio ufficiale della morte di Arafat, l'autorità palestinese ha proclamato 40 giorni di lutto a Gaza e in Cisgiordania. A Ramallah sono state esposte le bandiere a mezz'asta. La televisione ha cominciato a diffondere versi del Corano mentre sullo sfondo appariva una foto del leader scomparso. A Gaza, i muezzin delle moschee hanno iniziato a salmodiare versi del Corano e ragazzini a bruciare copertoni per le strade. In numerose località la gente ha espresso il lutto sparando in aria.
Il dopo Arafat verrà gestito da un triumvirato, composto dal primo ministro Abu Ala (Ahmed Qurei), il segretario generale dell'Olp Abu Mazen e il presidente del Consiglio Legislativo palestinese (il parlamento) Rawhi Fattuh che oggi giurerà come nuovo presidente ad interim dell'Anp. La divisione dei poteri si è progressivamente instaurata durante i giorni della malattia di Arafat, ma e' stata formalizzata ieri.
Resta da capire cosa farà la moglie Suha, probabile depositaria dei segreti di Abu Ammar, non ultimo dei quali il luogo in cui si trova il miliardo di dollari perso di vista dal FMI, che dovrebbe essere nelle casse dell'ANP, ma non c'è.
Terremo d'occhio Suha, perché, a nostro avviso, molte delle strade apparentemente senza uscita del problema Israelo-Palestinese passano per lei.


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